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Carta e cartone: quando smettono di essere rifiuti?

Il settore della carta e cartone è centrale in ambito di end of waste (o cessazione della qualifica di rifiuto).
L’importanza del settore sta soprattutto nel fatto che esiste un mercato per la carta e cartone recuperati: gli stessi, infatti, risultano comunemente oggetto di transazioni commerciali e possiedono un effettivo valore economico di scambio; inoltre sussistono scopi specifici per i quali tali sostanze sono utilizzabili, nel rispetto dei requisiti tecnici previsti dalla normativa.

 

1. End of Waste: quando la carta e cartone smettono di essere rifiuti

Affinché un rifiuto di carta e cartone possa cessare di essere qualificato come tale occorrono due condizioni preliminari:

    • l’esistenza di un’operazione di recupero;
    • la necessità che tali attività di recupero siano effettuate da un soggetto a ciò autorizzato dalla pubblica amministrazione competente.

Questi principi valgono anche per l’end of waste in generale.

 

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2. Criteri ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto

I rifiuti di carta e cartone cessano di essere qualificati come rifiuti e sono qualificati come carta e cartone recuperati solo in seguito a operazioni di recupero effettuate in conformità alle disposizioni della norma UNI EN 643, a condizione che essi, alla fine del procedimento, risultino conformi ai requisiti tecnici previsti dalla normativa.

Possiamo spiegare sin d’ora il senso della norma UNI sopra citata facendo riferimento a una sentenza del Tar Lombardia fondamentale per gli addetti ai lavori che si esaminerà alla fine di questo lavoro: la normativa tecnica UNI EN 643 definisce la qualità di carta e cartone da riciclare utilizzati come materia prima nell’industria cartaria, stabilendo quali materiali non possano entrare nella composizione dell’end of waste cartario e quali, diversi da carta e cartone, possano entrarvi ove si mantengano entro le soglie di tolleranza. Questa normativa persegue, tra gli altri, anche lo scopo di assistere gli operatori economici nella compravendita di carta e cartone da riciclo, esonerandoli dalla necessità di un controllo aggiuntivo prima dell’impiego nell’industria cartaria.

In merito ai requisiti tecnici che devono sussistere perché i rifiuti di carta e cartone cessino questa qualifica:

1. per quanto riguarda i materiali proibiti escluso i rifiuti organici e alimenti, i valori limite sono indicati nella citata norma UNI EN 643;

2. in ordine ai rifiuti organici compresi alimenti, il limite è una percentuale inferiore allo 0,1 per cento sul peso del rifiuto;

3. quanto, infine, ai componenti non cartacei, il valore limite è di nuovo quello sancito nella norma UNI EN 643.

 

3. Verifiche sui rifiuti in ingresso di carta e cartone

Per la produzione di carta e cartone recuperati sono ammessi i seguenti rifiuti:
a) 15 01 01 imballaggi di carta e cartone;
b) 15 01 05 imballaggi compositi;
c) 15 01 06 imballaggi in materiali misti;
d) 20 01 01 carta e cartone;
e) 19 12 01 carta e cartone prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti provenienti dalla raccolta
differenziata di rifiuti urbani e speciali;
f) 03 03 08 scarti della selezione di carta e cartone destinati ad essere riciclati, limitatamente ai rifiuti provenienti dalle attività di trasformazione dei prodotti a base cellulosica.

 

4. Sistema dei controlli in azienda

Il sistema di controllo dei rifiuti in ingresso deve garantire il rispetto dei seguenti obblighi minimi:
a) accettazione dei rifiuti da parte di personale con appropriato livello di formazione e addestramento;
b) esame della documentazione di corredo del carico dei rifiuti in ingresso per accertare la presenza di eventuali contaminazioni da sostanze pericolose, ed adozione di ulteriori opportune misure di
c) monitoraggio attraverso il campionamento e le analisi;
d) controllo visivo del carico di rifiuti in ingresso;
e) controlli supplementari, anche analitici, a campione ogniqualvolta l’analisi della documentazione e/o il controllo visivo indichino tale necessità. Nel caso di controlli analitici tramite laboratorio accreditato, su formaldeide e fenoli vi sono specifici limiti di riferimento;
f) pesatura e registrazione dei dati relativi al carico in ingresso;
g) stoccaggio dei rifiuti in area dedicata;
h) procedura scritta per la gestione, la tracciabilità e la rendicontazione delle non conformità;
i) quantificazione e registrazione dei dati relativi al carico in ingresso;
l) analisi merceologica da prevedere almeno con cadenza annuale nel piano di gestione qualità.

Fatti salvi gli obblighi minimi sopra elencati, la normativa prevede poi una lista di misure specifiche minime da garantire, per esempio:

1) lo scarico dei rifiuti di carta e cartone deve avvenire sotto il controllo di personale qualificato, il
quale è tenuto a una serie di ulteriori adempimenti sui materiali;
2) quando i rifiuti di carta e cartone sono depositati nell’area di messa in riserva, questa deve essere dedicata unicamente ed inequivocabilmente a tali rifiuti; ecc…

 

5. Accertamento di conformità

L’accertamento di conformità, cioè il rispetto dei requisiti di qualità della carta e cartone recuperati, deve avvenire con cadenza semestrale o al variare delle caratteristiche di qualità dei rifiuti in ingresso. L’accertamento dei requisiti si effettua con le analisi effettuate da un laboratorio certificato secondo quanto previsto dalla legge e il prelievo dei campioni deve avvenire secondo precise metodiche definite da altra norma UNI.

 

6. Scopi specifici di utilizzabilità

La carta e cartone recuperati sono utilizzabili nella manifattura di carta e cartone ad opera dell’industria cartaria oppure in altre industrie che li utilizzano come materia prima.

 

7. Dichiarazione di conformità e modalità di detenzione dei campioni

Il rispetto dei criteri ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto è attestato dal produttore di carta e cartone recuperati tramite una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, redatta al termine del processo produttivo di ciascun lotto utilizzando uno specifico modulo di legge e inviata all’autorità competente e all’agenzia di protezione ambientale territorialmente competente.
Il produttore di carta e cartone recuperati conserva la dichiarazione di conformità presso l’impianto di produzione o presso la propria sede legale, anche in formato elettronico, per metterla, eventualmente, a disposizione delle autorità di controllo che la richiedano.
Per poter dimostrare di essere in possesso dei requisiti di legge, che abbiamo esaminato al paragrafo 3 di questo articolo, il produttore conserva per un anno presso l’impianto di recupero, o presso la propria sede legale, un campione di carta e cartone recuperati prelevato nelle forme previste dalla regolamentazione. Il campione va conservato secondo modalità tali da garantire la non alterazione delle caratteristiche chimico-fisiche di carta e cartone recuperati prelevati e da consentire la ripetizione delle analisi.

 

8. Sistema di gestione

Il Produttore deve applicare un sistema di gestione qualità conforme alla normativa UNI EN ISO 9001, ossia la norma internazionale per i Sistemi di Gestione per la Qualità.
Il manuale del sistema di gestione deve contenere le procedure operative per il controllo delle caratteristiche di conformità all’altra norma UNI che abbiamo già ricordato, la EN 643, e il piano di campionamento.
L’adozione del regolamento EMAS o il possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001 permettono di ridurre a sei mesi il periodo di conservazione del campione prelevato per la verifica di conformità. Se l’azienda è già certificata ai sensi della norma UNI EN ISO 9001, è buona regola che faccia riferimento espresso, nell’oggetto del certificato, al Regolamento. Quest’accortezza sarà bene usarla anche per la Registrazione EMAS o per la UNI EN ISO 14001.

 

9. La sentenza del Tar Lombardia

Nella normativa dell’end of waste di carta e cartone, rivestono un ruolo di grande rilievo le norme UNI, come è emerso nel corso di questo articolo: sono norme tecniche di natura privata valide per tutti i settori industriali, commerciali e del terziario.
A riprova di ciò, vi sono i principi sanciti in una sentenza del TAR di Brescia di qualche tempo fa. I giudici amministrativi hanno chiarito un punto cruciale sul controllo della qualità della carta da riciclo classificata come End of Waste (EoW), in forza della normativa che abbiamo esaminato sopra.
La vicenda a base della sentenza è sintetizzabile in questi termini: una cartiera, che acquistava carta certificata come EoW, aveva contestato alcune prescrizioni del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR), in particolare l’obbligo di effettuare il controllo qualità con uno strumento chiamato “fiber test”.
Il Tribunale ha stabilito che tale ordine della Pubblica Amministrazione è illegittimo per due motivi:
Inadeguatezza del “fiber test”: Questo metodo non garantisce una corretta omogeneizzazione dei campioni, come invece fa il metodo della “quartatura”. Inoltre, non è in grado di distinguere le plastiche costituenti (che non sono considerate impurità secondo la norma UNI EN 643).
Semplificazione normativa: La normativa tecnica UNI EN 643 e quella nazionale puntano a semplificare il processo di certificazione, assegnando al produttore-venditore il compito di attestare la conformità del materiale riciclato. Pertanto, richiedere ulteriori verifiche da parte dell’acquirente contrasta con questo obiettivo.
Secondo il TAR, è il produttore-venditore che deve garantire, attraverso il metodo della quartatura, che la carta e il cartone abbiano cessato di essere rifiuti e siano conformi alla normativa. Solo l’autorità pubblica ha il compito di verificare, con controlli a campione, la veridicità di questa dichiarazione.
Spostare tale responsabilità sull’acquirente sarebbe irragionevole e contrario alla logica della normativa, che mira a snellire il processo e a distribuire correttamente i compiti lungo la filiera del recupero.
Questa sentenza ribadisce che il sistema di gestione dei materiali classificati come EoW deve essere chiaro e basato su ruoli ben definiti. Le imprese acquirenti, come le cartiere, devono poter contare sulla certificazione del produttore, senza essere gravate da ulteriori obblighi di controllo che spettano invece alle autorità competenti.

 

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10. La necessità di consulenza legale specialistica per una corretta gestione dell’end of waste

La complessità della normativa può indurre in errore su cosa sia rifiuto e cosa sia “fine rifiuto” esponendo gli operatori del settore e le loro imprese a pesanti sanzioni penali. Al contrario, questo settore può essere molto redditizio per tante aziende che si occupano di trattamento rifiuti.
Affidarsi a un consulente legale specialista consente di evitare errori, garantire che tutte le operazioni siano conformi alle leggi vigenti e risparmiare, così, gravi conseguenze legali ai dirigenti e al personale, nonché allo stesso patrimonio aziendale.
La consulenza specialistica non è un costo, ma un investimento che può prevenire problemi futuri e garantire la sostenibilità dell’azienda.

 

11) Consigli per le aziende

Per le aziende interessate ai procedimenti di end of waste di carta e cartone è fondamentale comprendere che il contesto normativo è complesso e in continua evoluzione e che la migliore strategia è adottare un approccio consapevole, ben documentato e supportato da consulenti legali adeguati.


Alcuni consigli finali per le aziende:
1) Accertarsi preventivamente se qualsiasi attività aziendale necessiti di autorizzazioni ambientali.
2) Rispettare scrupolosamente tutte le prescrizioni delle varie autorizzazioni ottenute.
3) Adottare ed attuare in modo efficace sistemi di organizzazione, gestione e controllo interni: ogni fase della gestione dei residui deve essere monitorata e documentata per dimostrare la conformità alle normative. In questo senso, il punto di riferimento resta il Modello di Organizzazione Gestione e Controllo previsto dalla normativa in materia di responsabilità diretta da reato delle imprese.
4) Formare in modo continuo e adeguato il personale: la formazione e l’aggiornamento di tutti gli operatori, specie quelli in posizione responsabile, su nuove normative e sentenze è essenziale per evitare rischi e sanzioni legali.
5) Adottare e mostrare pratiche di massima trasparenza e collaborazione con gli enti di controllo: un dialogo aperto con le autorità può facilitare la conformità e ridurre il rischio di sanzioni, perché può aiutare a dimostrare la propria buona fede, ossia che si è fatto tutto il possibile per rispettare le regole.
6) Consultare esperti legali (repetita iuvant!): la consulenza di uno specialista qualificato in diritto ambientale è fondamentale per prevenire interpretazioni scorrette e valutazioni errate degli obblighi di legge.

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