Il settore dei rifiuti da costruzione e demolizione è uno dei più complessi ma anche cruciali in ambito di end of waste (o cessazione della qualifica di rifiuto): in questo articolo, forniremo una vera e propria guida pratica sulla relativa regolamentazione a imprese e consulenti.
L’importanza del settore sta soprattutto nel fatto che esiste un mercato rilevante per l’aggregato recuperato.
Quest’ultimo è un aggregato riciclato o artificiale, prodotto dai rifiuti che hanno cessato di essere tali a seguito di una o più operazioni di recupero.
Esso risulta comunemente utilizzato per la realizzazione di opere di ingegneria civile in sostituzione della materia prima naturale.
Ciò a patto che l’aggregato recuperato soddisfi i requisiti di legge, in modo da non comportare impatti negativi complessivi sulla salute umana o sull’ambiente.
1. Le condizioni dell’End of Waste dei materiali inerti
Affinché un rifiuto possa cessare di essere qualificato come tale occorrono due condizioni preliminari:
- l’esistenza di un’operazione di recupero
- la necessità che tali attività di recupero siano effettuate da un soggetto a ciò autorizzato dalla pubblica amministrazione competente.
Queste due condizioni, fra l’altro, valgono anche per l’end of waste in qualsiasi altro ambito.
2. Utilizzi degli aggregati recuperati
Il regolamento end of waste inerti prevede che gli aggregati recuperati possano essere utilizzati per:
a) realizzazione di recuperi ambientali, riempimenti e colmate;
b) realizzazione del corpo dei rilevati di opere in terra dell’ingegneria civile;
c) realizzazione di miscele bituminose e sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali e di piazzali civili ed industriali;
d) realizzazione di strati di fondazione delle infrastrutture di trasporto e di piazzali civili ed industriali;
e) realizzazione di strati accessori aventi, a titolo esemplificativo, funzione anticapillare, antigelo, drenante;
f) confezionamento di miscele legate con leganti idraulici (quali, a titolo esemplificativo, misti cementati, miscele betonabili);
g) confezionamento di calcestruzzi;
h) produzione di clinker per cemento;
i) produzione di cemento.
3. I limiti di sostanze nocive
Non tutti i materiali inerti possono essere riciclati a causa della possibile presenza di sostanze inquinanti e tossiche
Il regolamento end of waste inerti stabilisce quali rifiuti edili possono essere recuperati e reimmessi sul mercato e fissa limiti alla presenza delle sostanze nocive all’interno del materiale recuperato.
Vengono sanciti limiti e parametri differenziati in base alla destinazione finale degli aggregati recuperati.
Viene prevista una riduzione dei livelli massimi consentiti per sostanze pericolose come amianto, idrocarburi aromatici e policiclici, e cromo esavalente, soprattutto in applicazioni ad alto rischio per l’ambiente e la salute umana.
D’altro canto, si afferma una regolazione flessibile delle soglie: i limiti di concentrazione variano in base all’utilizzo.
Applicazioni con potenziale impatto ambientale più elevato, come recuperi ambientali o riempimenti, prevedono soglie più stringenti. Viceversa, usi come sottofondi stradali, rilevati e strati di fondazione per infrastrutture possono beneficiare di valori più permissivi.
4. La demolizione selettiva
Il regolamento prevede criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e di demolizione e gli altri rifiuti inerti di origine minerale cessano di essere qualificati come rifiuti a seguito di operazioni di recupero. In via preferenziale, i rifiuti inerti dalle attività di costruzione e di demolizione ammessi alla produzione di aggregati recuperati provengono da manufatti sottoposti a demolizione selettiva, ossia una strategia di demolizione che separa i rifiuti per frazioni omogenee con lo scopo di favorire il riciclo e il riutilizzo dei materiali di un edificio o un impianto.
Di solito, la demolizione selettiva permette la suddivisione dei rifiuti in: materiali pericolosi; componenti riusabili; materiali riciclabili; rifiuti inerti lapidei; rifiuti non riciclabili.
5. End of Waste Inerti: responsabilità del produttore, dichiarazione di conformità e modalità di prelievo e detenzione dei campioni
Altre regole importanti previste dalla normativa in materia di end of waste inerti.
A)Responsabilità del produttore del rifiuto
Il produttore del rifiuto che sarà trasformato in aggregato recuperato deve:
– Assegnare correttamente il codice del rifiuto e identificarne le caratteristiche di pericolo;
– Compilare il formulario di identificazionedel rifiuto (FIR).
B) Dichiarazione di conformità
Il produttore dell’aggregato recuperato deve:
– Certificare che l’aggregato prodotto rispetta i criteri sanciti nel regolamento, tramite una dichiarazione sostitutiva;
– Redigere questa dichiarazione per ogni lotto prodotto;
– Inviare la dichiarazione entro sei mesi dalla produzione del lotto, ma comunque prima che il materiale esca dall’impianto, all’Autorità competente e all’ARPA regionale.
C) Conservazione della documentazione
Il produttore deve conservare copia della dichiarazione di conformità (anche in formato digitale) per 5 anni presso l’impianto di produzione o la sede legale. Questa documentazione deve essere disponibile per eventuali controlli delle autorità competenti.
D) Prelievo e conservazione dei campioni
Per dimostrare che l’aggregato recuperato rispetta i criteri il produttore deve prelevare un campione per ogni lotto prodotto seguendo la norma UNI 10802.
I campioni devono essere conservati per almeno un anno dalla data in cui è stata inviata la dichiarazione di conformità relativa al lotto.
I campioni devono essere conservati in modo da evitare alterazioni delle caratteristiche chimico-fisiche e garantire la possibilità di ripetere le analisi.
6. Sistema di gestione degli End of Waste Inerti ed esenzioni
Il produttore di aggregato recuperato, eventualmente anche tramite l’accesso a procedure di accreditamento, si dota di un sistema di gestione idoneo a dimostrare il rispetto dei criteri previsti dal regolamento, comprensivo del controllo della qualità e dell’automonitoraggio.
L’esenzione dall’obbligo di conservazione del campione è un’importante deroga riservata alle imprese registrate ai sensi del Regolamento Emas e a quelle in possesso della certificazione ambientale UNI EN ISO 14001
7. Monitoraggio e revisione del regolamentoEnd of Waste Inerti
Quella prevista dal regolamento end of waste inerti è una normativa “in progress”. Vi si prevede, infatti, una sorta di clausola di revisione dei criteri per la cessazione della qualifica di rifiuto entro ventiquattro mesi dal 26\9\2024, data di entrata in vigore del regolamento, acquisiti i dati di monitoraggio relativi all’attuazione delle disposizioni stabilite dal medesimo.
Un’intuizione legislativa che, in sé, risulta innovativa e apprezzabile, perché parte dal presupposto che il compito del legislatore non è finito con l’emanazione del testo di legge, ma comporta la presa in carico dei risultati applicativi di quest’ultimo. E, se quei risultati non sono soddisfacenti, si mettono in agenda le correzioni di rottadel caso.
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8. Norme transitorie e finali
A) Aggiornamento delle autorizzazioni o comunicazioni
Il produttore di aggregati recuperati deve aggiornare le proprie autorizzazioni o comunicazioni per rispettare i criteri di questo regolamento.
Ha 180 giorni dall’entrata in vigore del regolamento, ossia dal 26\9\2024, per presentare una comunicazione aggiornata o per chiedere un aggiornamento della sua autorizzazione (ai sensi della normativa sulle autorizzazioni semplificate o ordinarie).
Per le autorizzazioni semplificate continuano a valere le regole del decreto ministeriale del 5 febbraio 1998, in particolare i limiti quantitativi, i valori limite per le emissioni e le norme tecniche.
B)Operatività in attesa dell’aggiornamento o rinnovo
Fino a quando l’aggiornamento o il rinnovo delle autorizzazioni diventa efficace, i produttori possono continuare a operare in base alle autorizzazioni o comunicazioni già esistenti.
Se, al momento dell’entrata in vigore del regolamento, l’autorizzazione è in fase di rinnovo, il produttore può continuare a operare seguendo i termini delle autorizzazioni attualmente in rinnovo.
C) Gestione degli aggregati già prodotti
Gli aggregati recuperati prodotti prima che l’aggiornamento o il rinnovo diventino effettivi possono continuare a essere gestiti secondo le regole delle autorizzazioni valide al momento della richiesta di aggiornamento o rinnovo.
D) Applicazione dei nuovi criteri
I produttori devono rispettare i criteri previsti da questo regolamento solo dopo: l’approvazione dell’aggiornamento o del rinnovo delle autorizzazioni o il decorso del termine di efficacia della comunicazione aggiornata.
Tuttavia, alcune disposizioni sono immediatamente applicabili.
E) Rilevanza degli Allegati
Gli Allegati 1, 2 e 3 fanno parte integrante di questo regolamento e devono essere osservati.
9. La necessità di consulenza legale specialistica per una corretta gestione dell’End of Waste
La complessità della normativa può indurre in errore su cosa sia rifiuto e cosa sia “fine rifiuto” esponendo gli operatori del settore e le loro imprese a sanzioni penali. Al contrario, questo settore può essere molto redditizio per tante aziende che si occupano di trattamento rifiuti.
Affidarsi a un consulente legale specialista consente di evitare errori, garantire che tutte le operazioni siano conformi alle leggi vigenti e risparmiare, così, pesanti sanzioni ai dirigenti e al personale, nonché allo stesso patrimonio aziendale.
La consulenza specialistica non è un costo, ma un investimento che può prevenire problemi futuri e garantire la sostenibilità dell’azienda.
10. Consigli per le aziende
Per le aziende interessate ai procedimenti di end of waste degli inerti, è fondamentale comprendere che il contesto normativo è complesso e in continua evoluzione e che la migliore strategia è adottare un approccio consapevole, ben documentato e supportato da consulenti legali adeguati.
Una consulenza specialistica può fare la differenza tra un progetto di economia circolare di successo e un’imputazione per traffico illecito di rifiuti.
Alcuni consigli finali per le aziende:
1) Accertarsi preventivamente se qualsiasi attività aziendale necessiti di autorizzazioni ambientali.
2) Rispettare scrupolosamente tutte le prescrizioni delle varie autorizzazioni ottenute.
3) Adottare ed attuare in modo efficace sistemi di organizzazione, gestione e controllo interni: ogni fase della gestione dei residui deve essere monitorata e documentata per dimostrare la conformità alle normative. In questo senso, il punto di riferimento resta il Modello di Organizzazione Gestione e Controllo previsto dalla normativa in materia di responsabilità diretta da reato delle imprese.
4) Formare in modo continuo e adeguato il personale: la formazione e l’aggiornamento di tutti gli operatori, specie quelli in posizione responsabile, su nuove normative e sentenze è essenziale per evitare rischi e sanzioni legali.
5) Adottare e mostrare pratiche di massima trasparenza e collaborazione con gli enti di controllo: un dialogo aperto con le autorità può facilitare la conformità e ridurre il rischio di sanzioni, perché può aiutare a dimostrare la propria buona fede, ossia che si è fatto tutto il possibile per rispettare le regole.
6) Consultare esperti legali (repetita iuvant!): la consulenza di uno specialista qualificato in diritto ambientale è fondamentale per prevenire interpretazioni scorrette e valutazioni errate degli obblighi di legge.
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