Ape morta

Pesticidi ed economia circolare: abbiamo un altro problema?

Un numero crescente di persone è esposto in modo sistematico ai pesticidi. Il loro diritto di vivere in modo sicuro nelle loro abitazioni è compromesso dai continui e spesso incontrollabili trattamenti fitosanitari che vengono effettuati su coltivazioni poste spesso a ridosso dei centri abitati. Questi cittadini chiedono di conoscere le regole che disciplinano queste attività; le norme che possano garantire il loro diritto alla vita privata e familiare. La risposta che fornisce loro il legale non è tra le più confortanti, sotto vari profili. Il quadro normativo di tutela non è adeguato e il legislatore – quello nazionale, ma anche quello europeo – non pare abbastanza sensibile alla questione, nonostante le pesanti conseguenze che essa implica per l’ambiente e la salute umana. Questa situazione può costituire un altro serio ostacolo sul già accidentato percorso verso una compiuta transizione circolare; quali che ne siano le reali ragioni. Tuttavia, per gli esposti ai pesticidi non tutto è perduto: a scavare nel nostro ordinamento, neanche tanto in profondità, qualche strumento di difesa si trova.

Indice

  1. La richieste di aiuto
  2. I vuoti di tutela
  3. Pesticidi ed economia circolare – Il Piano d’azione nazionale: chi l’ha visto?
  4. Pesticidi ed economia circolare – Il Green deal europeo: requiem per un sogno?
  5. I pesticidi nel nostro piatto: le ultime evidenze
  6. Il diritto al rispetto della vita privata e familiare sancito dalla CEDU
  7. Le armi difensive a nostra disposizione

1) Le richieste di aiuto

Ricevo richieste di consulenza da parte di persone che vivono in case esposte ai pesticidi in modo regolare.1

Mi chiedono di conoscere le regole che disciplinano le distanze, gli orari; i vincoli che riguardano l’utilizzo di fitofarmaci vicino alle abitazioni private.

Sono vere e proprie richieste di aiuto.

Essi vogliono capire – per dirla con le loro stesse parole – se la loro vita “deve essere condizionata da tali operazioni, o se quanto meno chi utilizza questi prodotti è tenuto a non arrecare fastidio ai cittadini che abitano nelle vicinanze”.

2) I vuoti di tutela

Mi tocca rispondere loro, da subito, in maniera chiara, quasi brutale: non esistono norme specifiche e imperative del tipo di quelle che vengono auspicate da queste persone di buon senso. Sono costretto a comunicare che quello delle esposizioni a pesticidi è un campo ancora poco e male tutelato sotto il profilo legale.

Risparmio a queste persone ogni riferimento di dettaglio a una normativa di tutela penale che prevede soltanto sanzioni virtuali, come solo sanno essere i reati di natura contravvenzionale in questo paese.

3) Pesticidi ed economia circolare – Il Piano d’azione nazionale: chi l’ha visto?

Non faccio loro menzione di un Piano di azione nazionale sui pesticidi, istituito da una direttiva europea che dovrebbe garantire “l’utilizzo sostenibile dei pesticidi2, che le autorità preposte (MIPAAF in testa) hanno fatto sparire da tutti i radar ormai da tre anni: da quando, cioè, è scaduto il vecchio PAN ed è scattato in capo allo Stato italiano l’obbligo di approvare quello nuovo.

Ometto che, a questo proposito, la Commissaria Europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, all’esito di un’istruttoria disposta a tal fine, ha dichiarato che “sia il ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale iniziale che il persistente ritardo nell’adozione del piano d’azione nazionale riveduto costituiscono violazioni dell’articolo 4 della direttiva 2009/128/CE.3

4) Pesticidi ed economia circolare – Il Green deal europeo: requiem per un sogno?

Faccio calare un telo pietoso sul fatto che, a sua volta, quella stessa Commissione Europea ha rinviato a data da destinarsi la presentazione della nuova direttiva per dimezzare l’uso dei pesticidi nella Ue, che si attendeva per il 23 marzo scorso, a causa dell’ “incertezza geopolitica generalizzata”.

Con tanti saluti al Green Deal e al suo obiettivo di riduzione del 50 per cento dell’utilizzo dei pesticidi nell’Unione europea entro il 2030,4 che insieme a quello relativo alla diminuzione dell’uso dei fertilizzanti e alla promozione dei concimi riciclati sono ritenuti tutti elementi checontribuirebbero ulteriormente allo sviluppo dell’economia circolare”.

Insomma, un altro passo falso sulla strada, di suo irta di ostacoli, verso la transizione circolare.5

5) I pesticidi nel nostro piatto: le ultime evidenze

Tutto questo mentre è di questi giorni lo studio eseguito su quasi 100 mila campioni dalla Ong Pesticide Action Network Europe (PAN), che ha evidenziato residui di sostanze dannose alla salute umana presenti in media nel 29% della frutta e verdura analizzata.6 Con buona pace delle dichiarazioni della medesima Commissione europea e degli Stati membri che giurano su significative riduzioni, già in atto, nell’uso dei pesticidi.

E mentre si susseguono le evidenze scientifiche sugli impatti non proprio benefici di queste sostanze sull’ambiente7 e sulla salute umana8.

6) Il diritto al rispetto della vita privata e familiare sancito dalla CEDU

Non dico niente di tutto questo alle persone che si rivolgono a me chiedendomi se a loro possa essere garantito il diritto di condurre una vita in casa senza preoccupazioni legate all’uso dei pesticidi.

Quel diritto, per intenderci, sancito9 dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani come “diritto al rispetto della vita privata e familiare”. Quello stesso a base delle recenti, ulteriori, condanne dello Stato italiano da parte della Corte Europea per i Diritti Umani per la vicenda Ilva di Taranto.

6) Le armi difensive a nostra disposizione

Mi limito a rispondere che, nonostante tutte le lacune normative e soprattutto di volontà istituzionale di affrontare sul serio questo problema e di garantire a questi cittadini il diritto a vivere in casa loro in maniera tranquilla, il nostro ordinamento non è del tutto disarmato di fronte a fenomeni come l’esposizione continua e incontrollabile ai pesticidi.

Gli strumenti di difesa ci sono, anche se sono generali e più complicati da utilizzare: vanno cercati nelle norme, civili e penali, a difesa dell’ambiente e della pubblica incolumità.

Non c’è alcuna ragione per pensare che non si applichino anche in questo campo; anche contro questa forma di aggressione all’ambiente e alla salute pubblica.

Specie in uno Stato che ha introdotto, appena tre mesi fa, nella sua Costituzione una norma che lo obbliga a tutelare “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.10” E, soprattutto, un’altra che sancisce che l’iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.11

30\5\2022

Avv. Stefano Palmisano

 

Contattami per consulenze e assistenza legale in materia di esposizione a pesticidi e diritto ambientale: palmi.ius@avvstefanopalmisano.it

 

1Alla questione pesticidi e alla difficile tutela legale nei confronti di questo crescente fattore di rischio per l’ambiente e la salute umana ho dedicato numerosi articoli su vari siti e blog. Questo è l’ultimo in ordine di tempo: https://cibodiritto.com/le-minacce-per-le-api-pesticidi-e-monoculture/

2Si tratta della della Direttiva 2009/128/CE.

3Anche del Pan pesticidi mi sono occupato più volte sul blog Cibo Diritto: https://cibodiritto.com/per-la-scienza-i-pesticidi-fanno-male-ma-il-piano-dazione-e-disperso/

4L’uso di pesticidi chimici in agricoltura contribuisce all’inquinamento delsuolo, dell’acqua e dell’aria, nonché alla perdita di biodiversità, e puòdanneggiare piante, insetti, uccelli, mammiferi e anfibi non bersaglio. LaCommissione ha già definito un indicatore di rischio armonizzato perquantificare i progressi compiuti nella riduzione dei rischi connessi aipesticidi. Tale indicatore mostra una riduzione del 20 % dei rischi derivantidall’uso di pesticidi negli ultimi cinque anni. La Commissione intraprenderàazioni ulteriori per ridurre, entro il 2030, l’uso e il rischio complessivi dei pesticidi chimici del 50 % e l’uso dei pesticidi più pericolosi del 50 %. Per preparare la strada alle alternative e mantenere i redditi degli agricoltori, la Commissione adotterà una serie di misure: rivedrà la direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, rafforzerà le disposizioni in materia di difesa integrata e promuoverà un maggiore utilizzo di metodi alternativi sicuri perBruxelles.” (20.5.2020 – COM(2020) 381 – COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI – Una strategia “Dal produttore al consumatore” per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente) Sulla stessa strategia “Farm to fork” è il caso di rammentare un’amplissima risoluzione del Parlamento europeo dello scorso anno, nella quale si afferma, tra l’altro, “considerando che l’uso incauto di pesticidi è una fonte significativa di inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, e incide negativamente sulla salute umana, animale e vegetale; che è pertanto necessario intensificare gli sforzi per ridurre significativamente la dipendenza, il rischio e l’uso di pesticidi nocivi, nonché l’uso di fertilizzanti e antibiotici..” (Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021) Per una più approfondita analisi di questa risoluzione, si rinvia a https://cibodiritto.com/farm-to-fork-per-il-parlamento-ue-anzitutto-meno-pesticidi-e-fertilizzanti/

9All’art. 8

10Art. 9 Cost.

11Art. 41 Cost.